Revista de Folklore

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La Settimana Santa a Serra San Bruno. (Vibo Valentia)

PRIMERANO, Bruna Maria Antonia

Publicado en el año 2018 en la Revista de Folklore número 434 - sumario >

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Premessa

La Settimana Santa è intesa come i sette giorni che precedono la domenica di Resurrezione. E’ una festa molto sentita a Serra San Bruno e vede la partecipazione di tutta la popolazione. Le liturgie a partire dal Mercoledì Santo fino a Domenica sono diverse e ripercorrono la Passione di Cristo, dalla lavanda dei piedi degli Apostoli fino alla sua crocifissione e deposizione.

Le due zone del paese, Terravecchia e Spinetto, con le proprie Confraternite, hanno modi di rappresentazione e organizzazione diversi anche se non mancano punti di incontro e di ritrovo tra le due.

Riporterò di seguito cosa avviene giorno per giorno, a partire dal Lunedì Santo fino alla Domenica di Pasqua. Canti, preghiere, immagini, interviste di una solennità tanto interessante quanto coinvolgente. In modo particolare io mi sono occupata della zona Terravecchia, a cui appartengo.

Le fonti

-Reperire canti e preghiere dedicati alla Pasqua non è stata cosa semplice. A chiunque abbia chiesto informazioni mi è stato risposto «Vai da Matilde!». Matilde è una signora di Serra San Bruno, ex operatrice scolastica, forse una delle poche che nella sua giovinezza abbia potuto ricevere una istruzione, quindi capace di leggere e scrivere ottimamente. Uno dei doni che il Signore le ha fatto, come lei afferma, oltre a quello di essere stata una grande lavoratrice insieme alla mia nonna con cui era «amica fedele», è stato quello di «avere una grande memoria». Nel corso dei miei incontri con lei ho constatato praticamente la veridicità di tutto questo. Una miriade di «canzoncine», canti in italiano, dialetto, latino, preghiere di ogni genere e per qualsiasi festa o santo. Un repertorio vastissimo. Ho condotto una piccola intervista riguardo l’organizzazione alla Pasqua e la preparazione di ornamenti e quanto altro. Inoltre registrazioni di canti a unica voce nella sua casa e corali durante la notte di adorazione al «Santissimo Sepolcro» o altare della Reposizione. Ho avuto la concessione dei suoi libretti personali, ossia piccoli quaderni con appunti scritti da lei «per non perdere il filo durante la recita delle preghiere», oppure per ricordarsi parole di canti un po’ desueti durante tutto il resto dell’anno.

-Riguardo invece ai video, alcuni sono stati girati da me, altri invece dal Signor Raffaele Timpano il quale sta conducendo un’altra opera di ricerca personale e che gentilmente mi ha concesso il suo ausilio per le riprese. La parte filmica è stata possibile quasi interamente grazie a lui.

-Le immagini fotografiche sono state realizzate da me e sono state utili per riportare personaggi, situazioni, luoghi particolari che con altri mezzi difficilmente avrei potuto carpire.

I luoghi

Come già detto precedentemente io mi sono occupata di ciò che avviene nella zona di Terravecchia, alla quale appartengo.

-La Chiesa Matrice è la chiesa di riferimento, dalla quale partono tutte le celebrazioni della Settimana. La confraternita afferente per la Pasqua è quella di « Maria dei Sette Dolori» detta «dell’Addolorata», ma anche quella di «Maria Assunta in Cielo» detta «dell’Assunta» collabora in alcuni giorni. I colori delle due sono rispettivamente il nero e l’azzurro, visibili dalla mantella che viene indossata dai confratelli.

-Dalla Matrice ci si sposta nella chiesa dell’Addolorata la sera del Venerdi Santo, tutti in processione dietro al «Letto Mortorio» sul quale è adagiato Gesù deposto dalla Croce.

-Dall’Addolorata si percorre tutta Serra in direzione del Monte Calvario la mattina del Sabato, in processione dietro «la Naca». Una volta arrivati si ritorna indietro, si fa visita ad ogni chiesa che si trova lungo il percorso e si ritorna nell’Addolorata.

-Nella notte tra sabato e domenica ci si ritrova nella chiesa Matrice nuovamente, per la veglia Pasquale dove si aspetta le resurrezione di Cristo.

Il «Sepolcro»

Più correttamente «Altare della Reposizione». La sera del giovedì, quando Gesù viene fatto prigioniero, viene spostato dal tabernacolo e portato in processione circolare dall’altare principale all’altare della Reposizione, che nella chiesa Matrice si trova vicino la cappella laterale. Qui è esposto per una notte intera, vegliato dalle donne. Sia Terravecchia che Spinetto ne preparano uno, ed è molto particolare come rito: i confratelli delle due zone escono dalle proprie chiese, si incrociano in processione lungo il «ponte del fiume Ancinale» che fisicamente segna tale distinzione, e vanno a fare visita reciprocamente agli altari. Ogni anno il colore dei paramenti dell’altare cambia, non c’è una regola precisa. E’ adornato con angioletti, fiori e tessuti pregiati. Si può dire che è una sorta di «competizione» tra le due zone a chi riesce ad allestirlo meglio! I commenti il mattino seguente non mancano mai!

Il «liettu muortoriu»

Viene posto ai piedi della Croce la sera del Venerdi, detta della «Schiovaziuini». Gesù viene «schiodato» o deposto dalla Croce e adagiato su questo «letto mortorio», portato in processione dalla chiesa Matrice a quella dell’Addolorata. Il letto è semplice, non prevede colori accesi nei tessuti come potrebbe essere invece la Naca del giorno seguente. Nell’intervista condotta alla Signora Matilde, mi viene spiegato come è composto il letto. Ci sono 12 cuscini, ognuno con 2 kg di lana purissima, ricoperte da federe di lino ricamate a mano.

La «Naca»

E’ la culla del Cristo morto che viene accompagnato in processione fino al Monte Calvario la mattina del Sabato Santo. Come risulta dall’intervista a Matilde, le stoffe e gli ornamenti sono tutte a carico del Priore reggente della confraternita dell’Addolorata. Toccherà a lui e alla sua famiglia allestire la Naca per la processione, acquistare i fiori, preparare le buste con la foto di essa da distribuire durante il percorso al calvario.

Un tempo la preparazione dei tessuti richiedeva una grande lavorazione, elaborati ricami fatti da sapienti sarte. A differenza dei Sepolcri, che a Serra sono due, la Naca è unica. Percorrerà il paese in lunghezza e ritornerà indietro nella sua chiesa dove verrà esposta per una settimana notte e giorno, accompagnata da altre due statue (della Maddalena e di S.Giovanni).

SCANSIONE DELLA SETTIMANA SANTA

-Lunedì e Martedì

Si assiste a celebrazioni liturgiche solite durante l’anno, cambiano solo i passi del Vangelo letto durante la messa.

-Mercoledì

Iniziano le vere e caratteristiche funzioni religiose pasquali. Dopo la messa serale celebrata nella Chiesa Matrice, ci si dirige nella vicina Chiesa dell’Addolorata per la « Scinduta di li Santi». In questa chiesa vi sono le tre statue di coloro che accompagneranno Gesù durante la sua Passione: Maria Maddalena, Giovanni e Maria Addolorata. Rispettivamente con Mantello verde, rosso e nero per la Madonna che ha il petto trafitto da sette spade. Rintocchi continui di campana segnano l’uscita dei santi dalla chiesa portati a spalla da alcuni ragazzi e tra la folla che aspetta fuori si leva la voce di Matilde che inizia il suo canto:

«Salve del Ciel Regina»

Salve del Ciel Regina,
madre pietosa a noi,
proteggi i figli tuoi
oh madre di pietà!
proteggi i figli tuoi
oh madre di pietà
Pietà degli animi nostri
Dolcezza di chi ti ama
Speranza di chi brama la bella eternità (x2)
Alziamo a te la voce degli infelici figli
Esuli nei perigli noi ricorriamo a te (x2)
In questa valle orrenda di pianto e di dolori
Coi gemiti del cuore ti domandiamo Mercé (x2)
A noi rivolgi sguardi
La nostra avvocata sei
Noi siamo indegni e rei ma tu sei madre ancor! (x2)
Coi sguardi tuoi pietosi dai lumi ai peccatori
Accendi nuovi ardori nel cuore dei giusti ogni or’ (x2)
Dall’infelice esilio guidaci al cielo sereno
Il frutto del tuo seno Gesù ci mostri un di’
Regina di clemenza tenera madre e pia
Dolcissima Maria speriamo noi cosi! (x2)
Cosi speriamo in cielo goderci tutti quanti
Coi serafini e santi per una eternità
Coi serafini e santi per una eternità!

Non tutti lo conoscono e infatti l’anno scorso quando Matilde non è stata presente, non è stato intonato. Si avanza verso la chiesa Matrice e i Santi vengono posti tra i banchi vicini alla gente che può cosi salutarli e pregare. Successivamente verranno spostati e nascosti, per poi essere sistemati per le funzioni del venerdi.

-Giovedì

E’ la sera della «lavanda dei piedi» e del «sepolcro».

I confratelli sia dell’Assunta che dell’Addolorata si incontrano ed entrano in processione nella chiesa matrice. Si dispongono lungo le prime file di banchi e saranno attivamente partecipi alla messa, leggendo le letture, cantando, portando i doni.

Sull’altare maggiore ci sono 12 uomini che rappresentano i 12 apostoli, vestiti con costumi antichi e con una fascia sulla quale vi è scritto un nome corrispondente a quello di un apostolo. Il sacerdote ricordando il gesto di Gesù, lava i piedi di ognuno e poi ritorna a celebrare normalmente la messa. Da ricordare è che il tabernacolo alle sue spalle è aperto e vuoto. Alla fine la chiesa viene oscurata, i confratelli iniziano ad avanzare con una processione di candele divisi in due file verso l’altare della Reposizione che si trova in una cappella laterale all’altare maggiore. Il sacerdote ha in mano il Santissimo Sacramento e avanza lentamente lungo le file fino ad arrivare al centro del sepolcro per la Reposizione. Iniziano qui l’adorazione e le litanie. Poi i confratelli in modo ordinato arrivano al Sepolcro, si inginocchiano in segno di saluto e sempre in fila si dirigono fuori dalla chiesa. La meta per loro è l’altare delle Reposizione della chiesa dell’Assunta in Spinetto. Anche per i confratelli «spinittari» è la stessa cosa, loro raggiungeranno la chiesa Matrice. Percorrono tutti la stessa via finché non arrivano al ponte del fiume Ancinale dove ufficialmente si incrociano. I confratelli di Terravecchia allargano le proprie file e lasciano passare al centro gli «ospiti», salutandoli formalmente. Arrivati nella chiesa di spinetto si ripete lo stesso rito: si va di fronte al sepolcro, ci si inginocchia e si avanza verso l’uscita. È tradizione per questa confraternita «d’oltre fiume» donare del pane benedetto ai fedeli in visita. Terminato tutto questo ci si da appuntamento per l’Ufficio serale e per la veglia notturna.

Sono le ore 23:00 quando io arrivo nella chiesa Matrice, trovo Matilde seduta tra le prime file e altre donne, con coperte e viveri per la notte. Ritrovo su un marmo i famosi librettini che Matilde ha portato con se. La chiesa è semi-oscura, l’altare della Reposizione illuminatissimo, solo il silenzio e qualche rumore proveniente dai ragazzi che stanno allestendo parte dell’altare maggiore ( completamente spoglio di tutto) per le funzioni del venerdi e stanno trasportando su di un palco le statue di cui parlavo prima per porle sotto la Croce di Gesù.

Alle 00:00 arriva don Gerardo e la chiesa inizia a riempirsi. E’ il momento dell’adorazione. Ci si inginocchia e si inizia a pregare seguendo una sorta di piccolo Ufficio che è stato preparato appositamente. Quello di questo anno titolava « mi alzerò ed andrò da mio padre», di anno in anno cambia. Prevede una serie di letture, canti, preghiere e intercessioni e dura circa un’ora. Passata questa, la chiesa si svuota e rimangono solo le donne per la notte. Matilde da il via. Si inizia a cantare coralmente «L’orologio della passione». È un canto bellissimo, scandisce la giornata di Gesù Cristo da quando egli prega nell’orto degli ulivi fino alla sua morte. Ora per ora ci viene descritto cosa gli accade e dura quasi 15 minuti.

Ventitré ore di giorno aveva Gesù Cristo con pazienza
Alla madre la licenza domandava( x2)
Ventiquattro poi portava i discepoli al suo canto
Con affetto troppo amante oh Gesù Mio(x2)
Ora già l’eterno Dio con gioia e con contento
Istituisti il sacramento con amore (x2)
Alle due seguisti ancora con la tua santa orazione
E agli apostoli l’unione predicasti (x2)
Alle tre ti inginocchiasti Gesù mio divino all’orto
Ricorriste per conforto al Padre Eterno (x2)
Alle quattro pieno di scherno porta panni ed agonia
E Giuda tradito t’ avia! Sudasti sangue (x2)
Alle cinque tutto sangue e Giuda t’ aveva tradito
Con un bacio troppo ardito di amore e inganno(x2)
Alle sei con tanto affanno i nemici t’ assaltarono
E di corde ti legarono e di catene (x2)
Alle sette soffriste pene casa t’hanno trascinato
E di marco schiaffeggiato Gesù mio (x2)
Alle otto popolo reo ti portarono a Cafasso
Tutto lacero stanco e lasso mio Signore(x2)
Sono suonate le nove ore e tre volte il gallo cantò
E Pietro ti negò con giuramento (x2)
Alle dieci un reggimento ti portano a Pilato
Ingiustamente fusti accusato per innocente (x2)
Alle undici piangesti sei di croce caricato
E sciocco stolto e matto fosti chiamato (x2)
Alle dodici a Pilato ritornasti oh mio Gesù!
Pare dato per di più come un ladro (x2)
Alle tredici afflitto e lasso con flagelli e gran tormenti
Alla colonna crudelmente fosti abbattuto (x2)
Alle quattordici fosti asciugato e di spine coronato
Tutto il capo traforato mio Signore ( x2)
Sono sonate le quindici sei coprito con uno straccio
E con una canna in braccio fosti mostrato
Alle sedici ti fu data con la croce la sentenza
E tu re con gran pazienza te l’abbracciasti ( x2)
Diciassette poi portaste sulle spalle il sacro legno
Con amore e grande stento fino al calvario ( x2)
Alle diciotto pianto amaro e di nuovo fosti spogliato
Sulla croce per il peccato fosti inchiodato (x2)
Diciannove pianto amaro steso in croce con dolore
Per i tuoi crocifissori pregasti Dio (x2)
Alle venti acqua chiedesti e ti dettero aceto e fiele
Con una spugna assai crudele tu l’hai gustato (x2)
Ventuno ore ho spirato il tuo cuore infinito
Con la lancia fosti ferito nel costato (x2)
Ventidue fosti schiodato nelle bracci di Maria
Dolorosa afflitta e pia fino al Sepolcro (x2)
Gesù mio, mio Messia vero amante crocefisso
Io piango che vi offesi crudelmente (x2)
E per segno me ne pento quando vado al mio letto
Questo orologio assai diletto io me ne glorio (x2)
Questo orologio assai penoso che risveglia la mia mente
Chi potrebbe fedelmente sempre amare (x2).

Dura 15 minuti ed è solo il primo di circa 25 canti.

È facile notare anche dalla registrazione che non tutti pronunciano le stesse parole, infatti è cosa assai comune che esse differiscano bgià da zona a zona di Serra, e poi perche la tradizione di questi canti e prettamente orale, quindi soggetta a mutamenti continui delle parole. Un esempio è un piccolo dibattito avvenuto quella notte stessa riguardo la strofa di una canzone, tra Matilde e una signora. Le parole cantate erano state ivi e lu vitti arriedi alla culonna, cu la cruci ncuodu... La signora insisteva che si dicesse cu l’uocchi ncielu e li mani alla canna e che quindi le parole di Matilde fossero sbagliate e che per logica non poteva essere in quel modo. « Matilde non può essere con la Croce, perche o il Signore aveva la canna o la croce! Per logica» e Matilde ribatteva dicendo « beh! Io la so cosi ed è cosi! Non c’è logica nelle preghiere! È come spinetto e Terravecchia, il rosario dell’uno e dell’altro ha parole diverse. Ma non possiamo dire che è sbagliato! Ognuno ha un suo modo! Io la dico cosi perche mia nonna me l’ha insegnato cosi. Fine» Dopo il primo canto si avanza con delle letture, che fanno parte di un libretto di orazioni.

Intorno alle 2:00 del mattino si da inizio a «l’ora santa». È un’ora di preghiera divisa in 4 parti, della durata di 15 minuti ciascuna.

I PARTE: «Se non ti laverò, non avrai parte nel mio Regno»

II PARTE: « Uno di voi mi tradirà»

III PARTE: «Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi»

IV PARTE: «Se rimanete In me e rimane in Voi la mia dottrina, vi sarà dato quanto chiedete»

Ogni parte ha una lettura molto lunga che alla fine e accompagnata da un canto adatto al tema letto.

Si continua ad alternare altri canti.

«Salve del ciel Regina»

(diversa da quella cantata precedentemente)

Salve del ciel regina!
E madre addolorata Afflitta e desolata fonte d’amore
La spada del dolore il cuor ti trapassava
Mentre Gesù penava confitto in croce
Restasti senza voce vedendo il figlio amato
di piaghe straziato agonizzante!
Oh quanto in quell’istante per te fu doloroso
Vedendo l’amoroso Gesù spirare
Che duol che pene amare
Sentir Maria dovesti
Quando nel grembo avesti il figlio morto!
Tu senza alcun conforto versasti un mal di pianto
Mentre baciavi il Santo colpo innocente
Oh madre mia dolente imprimi nel mio cuore
Le piaghe del signore che amasti tanto
Ti prego per il tuo pianto
Per le tu pene amare e fammi sempre amare
Il sommo Dio.
Dai vieni al fianco mio
Nell’ultima agonia accogli l’alma mia alla mia morte
Poi fammi aver la sorte che possa finalmente
Godere eternamente il paradiso
Peccaminus Domine! Pecamnibus!
E de peccata nostra riconosci tu!
Clementissimo padre! Dona nobis regnum.

Qui seguono le litanie e una piccola pausa.

Viene recitato il « Rosario dell’Addolorata» diverso dal classico Rosario perché invece di avere 5 Ave Maria ( ossia «5 puosti») ne ha sette, tante quante sono le spade che hanno trafitto il petto della Vergine. In più non ci sono 5 misteri, ma Sette dolori. Dopo una preghiera iniziale, si hanno:

I DOLORE: «Maria nel tempio ascolta la profezia di Simeone», lettura di inizio e poi 7 Ave Maria.

II DOLORE: «Maria fugge in Egitto per Salvare Gesù». Lettura e 7 Ave Maria.

III DOLORE: «Maria smarrisce e ritrova Gesù». Lettura e 7 Ave Maria.

IV DOLORE: « Maria incontra Gesù che porta la croce». Lettura e 7 Ave Maria.

V DOLORE: «Maria è presente alla crocifissione e morte di Gesù». Lettura e 7 Ave Maria.

VI DOLORE: «Maria riceve sulle braccia Gesù deposto dalla croce». Lettura e 7 Ave Maria.

VII DOLORE: «Maria accompagna Gesù alla sepoltura». Lettura e 7 Ave Maria.

Si prosegue con le

-LITANIE DELL’ADDOLORATA

-PREGHIERA A DIO

-LITANIE RIPARATRICI ALLA MADONNA

-PREGHIERA FINALE

Oltre che durante l’adorazione del giovedì santo, questo rosario viene recitato anche a settembre in onore della festa dell’Addolorata.

Canto in dialetto: «Sutta lu pedi di la cruci stava»

Sutta lu pedi di la cruci stava
L’afflitta e scunsulata di Maria!
Il sangue del suo figlio rimirava
Cuomu si tanta dolce anima mia (x2)
Sientu sientu na voce sopra scogliu
Rà c’è Maria chi piangia lu sui figlio ( x2)
Piangi piangi Maria povera donna
Ca lu tue figliù è iutu alla cundanna
Non l’aspittari chiù a casa mu torna
Ca fu cundannatu di pilatu ed Anna
Non l’aspittari chiù ora mu torna
Ca fu cundannatu di pilatu ed Anna
Si parta scunsulata la madonna
Mu trova lu sui figlio a corchi vanda
Vacia e lu trova arriedi na culonna
La cruci ncuodu e li manni alla canna (x2)
Vieni vieni Giovanni che io ti voglio
Vieni aiutami a piangere il mio figlio!
È mo stasira quando mi ricuogliu
Senza l’affezionatu del mio figlio
Pigghiu lu neru mantu e mi cuommugliu
Tu pirdisti lu mastru e io lu figliu!

«Si parta la Madonna Afflitta e Amara»

Si parta la Madonna afflitta e amara,
si partiu la vergini maria
e lu munti calvariu da mbiava
ca da ci lu purtaru e si dicia (x2)
e li giudei chi da si ndi pigghiaru
vena la mamma di su messia
e lu sui figlio di sgarru ci parrau
«donna priestu va vattindi via
Ca da pi mia lu mundu si sdirrinau
Pigghiati a Gianni tu di parti mia»
Ida si pigghiau maccaturi a manu
«guarda nuttata chi mi vinna a mia
Quali mamma si cangia li figghiuli
Cuomu puozzu cangiari figghiu tia?» (x2)
Cu ndavia unu e cui ndavia dui
L’afflitta di Mria unu ndavia (x2)
Unu ndavia ed era caru caru
Vinnaru li giudei e si lu pigghiaru
Unu ndavia ed era duci duci
Lu vitta spirari allu pedi di la cruci
A me gisù!

Un dato particolare è quello di aver ascoltato pareri discordanti sul motivo di alcune canzoni. Un esempio durante la registrazione è stato quello del canto « Sepolcro rispettoso»; Matilde e la solita signora si sono trovate in disaccordo sulla intonazione del motivo, infatti poi questo canto non è stato fatto anche perche non tutti ne ricordavano le parole. I motivi cambiano, sempre la per la questione della tradizione orale, e di conseguenza anche il ritmo spesso viene modificato, ognuno insomma fa un po’ a modo suo adesso, per questo è bene affidarsi a qualcuno di più anziano e non a persone giovani che molto spesso sono meno esperte.

«Scendi dall’alto monte»

Scendi dall’alto monte Vergine afflitta e mesta
Niente altro più mi resta che estinto il tuo Gesù
Con gli occhi tuoi vedesti, impallidir quel viso
Giglio del paradiso fonte di verità (x2)
Fate nel tuo viaggio faremo compagnia
Oh Vergine Maria a lacrimar con te
Oh Vergine Maria a lacrimar con te
Quel corpo lacerato in mezzo a quelle pene
Il crocefisso bene innanzi a te spirò (x2)
Fa che con la spada che ti trafisse il seno
Dei tuoi figlioli almeno punga l’ingrato cuor (x2)
Dunque al solingo letto ritorna in bruno manto
Lo sfogherai col pianto l’immenso tuo dolor (x2).

Il canto che segue ha lo stesso motivo di uno per S. Bruno. Ovviamente cambiano le parole.

«Io vi adoro Gesù mio»

Vi adoro Gesu mio
Vero uomo vero
Dio Hai sofferto per mio amore
Vi ringrazio redentore!
Sia lodato Gesù Cristo
Figlio amato di Maria
Pi lu sangu chi spargistivu
Aviti pietà di l’anima mia.

(tutto ripetuto 10 volte. Gloria al padre).

Formula di chiusura della veglia

Signuri mio Gesù Cristo, supa sta crucis taciti trafisso,
e sta piaga chi aviti allu pettu faciti nu grandi rispettu
ncurunatu siti di spini, flagellatu di chiova e catini,
chi vi ficiaru li Giudei pi li grandi peccata mie
Padre Nostro
Si ripete la canzone precedente
Gloria al padre.
Signuri mio Gesù Cristo, supa sta crucis taciti trafisso,
e sta piaga chi aviti allu pettu faciti nu grandi rispettu
ncurunatu siti di spini, flagellatu di chiova e catini,
chi vi ficiaru li Giudei pi li grandi peccata mie.
Io vi adoro santa croce, duro letto del mio Signore
Io vi adoro con il cuore, vi saluto con la voce
Io vi adoro santa croce.
Io vi adoro lignu siccu, di ruosi atturnatu,
duocu assuma è muortu cristu senza macchia di piccatu.
Gloria.
Vi adoro croce santa che foste ornata del corpo sacratissimo
del mio signore, coperta e tinta del suo preziosissimo sangue.
Vi adoro mio Dio, foste in croce per me,
vi adoro croce santa per amore di colui. Amen
Litanie.

«Sangue di Gesù»

Sangue di Gesù offerto a noi (x4),
Sangue di Gesù scendi qui con noi!
Sangue di Gesù donato a noi!(x2)
Sangue di Gesù scendi su di noi!(x4)
Sangue di Gesù scendi su di me! (x4).

Fine.

-Venerdi

E’ il giorno della « missa alla storta» e della «schiovaziuoni», della messa al contrario e della deposizione dalla croce. I riti più toccanti della solennità pasquale. Le funzioni hanno inizio il pomeriggio verso le ore 17:00 e durano fino alla sera tardi, intorno alle 22:00.

Come si presenta l’interno della chiesa matrice:

È completamente spoglio! Nessuna tovaglia, né tenda, tabernacolo vuoto, nessun tappeto. E sarà cosi fino alla domenica di Pasqua.

Alla sinistra dell’altare maggiore vi è un tendone scuro che nasconde la croce di Gesù e le statue della Madonna, S. Giovanni e la Maddalena che erano state portate lì il mercoledì. Alla base del tendone e del palchetto, vi è il Letto Mortorio.

La missa alla storta. O messa al rovescio. È particolare perche ha un tempo ridottissimo, si leggono le letture in modo recitato, interpretando i ruoli. Al momento in cui si dice « si fece buio su tutta la terra...spirò» ci si inginocchia e si sente un suono strano creato da uno strumento particolare che è «la tocca».

Ve ne sono di due tipi: uno è quello manuale che è nelle foto sopra, l’altro invece è il seguente:

È dotato di ruote e deve essere strisciato a terra, viene usato durante la processione del sabato. Il suo suono è un po’ assordante ma rappresenta un lutto. In questo cado la morte di Gesù.

Il modello manuale funziona secondo lo stesso principio di un Carillon: con il movimento circolare della manovella, si fa girare un cilindro dentato che andrà a toccare dei tasti di legno che al loro rilascio su una base anche essa di legno scoccheranno e daranno il suono. La tocca nel complesso è uno strumento a percussione e appartiene alla famiglia dei cosidetti «strumenti effimeri», soggetti cioè a una durata temporale limitata.

Dopo una rappresentazione video organizzata anno per anno dal nostro gruppo scout, dai temi molto attuali ma letti in chiave della parole di cristo, si passa alla Schiovaziuoni.

Il tendone che copriva il palco viene levato e si ha questo:

La chiesa è completamente oscurata, stracolma di gente, e il portone di ingresso viene aperto alla piazza gremita che osserva anche da fuori.

Sotto la croce sono presenti degli uomini, solitamente appartenenti alla confraternita dell’Addolorata che hanno il compito di salire su delle scale poste ai lati della croce e schiodare Gesù. Ecco perche si dice Schiovaziuoni. La statua è dotata di braccia mobili, quindi l’operazione è più « semplice» nel suo essere ma non meno pericolosa, in quanto è possibile che essa possa scivolare dalla mani dei confratelli. Inizia cosi il rito della deposizione del Cristo.

Tutti osservano, si inginocchiano, pregano, si commuovono perche solo chi vi partecipa può comprendere quanto sia davvero toccante e sentito questo rituale.

Gesù viene adagiato sul letto mortorio e ci si prepara per l’uscita dalla chiesa. Ci si ferma a metà della chiesa per l’omelia del «predicatore» ossia di un sacerdote forestiero che viene mandato in occasioni particolari in ausilio al parroco. Una volta terminata ci si accinge all’uscita dalla Matrice e si va in lentissima processione verso la chiesa dell’Addolorata. Le due si trovano vicinissime, si tratta solo di fare il giro di una piazzetta ed entrare nella seconda chiesa ma il ritmo dei passi è quello di una marcia funebre, accompagnata da una banda che suona a lutto. Si fanno due passi e si sosta 5-10 minuti. Ecco perche le celebrazioni del venerdi iniziano il pomeriggio presto e terminano la sera tardi.

Gesù è rispettivamente seguito da sua madre, dalla Maddalena e da S. Giovanni.

Si arriva nella piazzetta antistante la chiesa Addolorata.

Si entra in chiesa.

Le statue vengono sistemate e i fedeli entrano per dare il loro saluto, per pregare.

Nella notte il letto mortorio viene sostituito dalla Naca, che viene allestita dal priore e dalla sua famiglia.

-Sabato

Alle ore 09:00 ci si ritrova alla chiesa dell’Addolorata per l’inizio della processione.

L’interno della chiesa è questo:

È allestito un calvario simbolico, al centro la Naca, ai lati le statue.

Dalla chiesa dell’Addolorata si fa un passo indietro e si ritorna nella Matrice per un saluto e per una benedizione. L’ingresso è segnato dal suono della tocca, nascosta dietro l’altare maggiore e messa in movimento da Francesco, il sagrestano. Ricordiamoci che siamo ancora a lutto, Gesù è morto, la chiesa è spoglia e tutti i suoni sono funebri. E’ la giornata in cui i fedeli partecipano al viaggio di Maria Addolorata che sta portando il figlio al Monte Calvario. Proprio per questo motivo durante il lungo percorso si recita la Via Crucis. A scandire le stazioni ( ossia le fermate) ci saranno dei cartelli allestiti dagli scout e che muteranno a seconda del contenuto di ognuna di esse.

La popolazione potrà seguire le preghiere grazie a dei libretti distribuiti durante il cammino.

Ingresso nella chiesa matrice, saluto ed uscita.

Si inizia il percorso verso il Calvario.

Il significato della Via Crucis, perché questa processione ne è la rappresentazione, è la volontà di ripercorrere il cammino al Golgota. Il canto iniziale è infatti questo:

Teco vorrei Signore,
oggi portar la croce
nella tua doglia atroce
io ti vorrei seguir.
Ma troppo infermo e laso
Donami tu il coraggio
Acciù nel mesto viaggio
Non m’abbia da smarrir.
Tu col prezioso sangue
Vammi segnando i passi
Ch’io laverò qui sassi
Con il mio lacrimar.
Né temerò smarrirmi
Pel monte del dolore,
quando il tuo santo amore
m’insegni a camminar.

Dopo la preghiera, si da inizio alla Via Crucis con le sue 15 stazioni e alla scansione di ognuna si ha il suono della tocca...

... ci si avvicina al ponte del Fiume Ancinale. Il calvario si trova oltre Spinetto, all’inizio del lungo Viale che conduce alla Certosa.

È possibile intravedere sul fondo della fotografia la chiesa dell’Assunta di Spinetto.

In avvicinamento al Calvario:

Arrivo.

Segue l’omelia del sacerdote e il ritorno alla chiesa Addolorata Che ora, una volta includerà le viuzze di Terravecchia.

La preghiera continua con la Via Lucis, la via della Resurrezione, con le sue 8 tappe. Questo segna l’avvicinarsi della Pasqua, ossia che siamo indirizzati su un percorso che conduce ad essa.

Ci voglio circa 12 persone per trasportate la Naca, pesantissima per lo scheletro in legno, i vestimenti e le statue ( oltre a quella di Cristo ci sono anche 8 angioletti). Ci si da il cambio, anche per le altre 3 statue che sono un po’ più leggere. Si approfitta di ogni fermata per riposarsi e poi al grido «Aitativi!» di un conducente( che ha il compito di direzionare le persone durante il percorso) si riprende il cammino. «Aitativi» è l’equivalente di fatevi forza e sollevate!

Prossima tappa è l’ingresso nella Chiesa di Spinetto, dove la Naca è accolta da Litanie.

Arrivo alla chiesa dell’Assunta di Terravecchia.

Ci si avvia verso le viuzze per poi giungere nella piazzetta antistante la chiesa dell’Addolorata.

Arrivo all’Addolorata.

Particolari della Naca e delle Statue.

Per il resto della settimana seguente alla Pasqua, la Naca verrà lasciata in esposizione al pubblico nella chiesa dell’Addolorata.

-Notte tra Sabato e Domenica di Pasqua

Intorno alle 23:00 della notte tra Sabato e Domenica, ci si ritrova nella chiesa Matrice per la «veglia pasquale». Matilde nella intervista che ho condotto tende a precisare cosa sta succedendo:

La veglia pasquale non va confusa con quella al sepolcro. Perche nella prima noi stiamo vegliando in attesa della Resurrezione di Gesù, mentre nella seconda noi vegliamo un Gesù che era morto.

Siamo cioè in attesa che «cada la Gloria» come viene detto a Serra. Ma cosa si intende? La liturgia quaresimale non prevede che nei giorni antecedenti alla Pasqua venga recitato durante le celebrazioni il «Gloria a Dio», in quanto esso è un canto di Rinascita. La notte di Pasqua invece, da mezzanotte in poi è possibile recitarlo, Gesù è risorto e quindi ricade il Gloria.

Cosa avviene:

Alle 23:00 la chiesa è oscurata. Questa volta non è spoglia, ma è adornata con colore Bianco e non più viola come in tempo di quaresima. Il sacerdote seguito in processione dal piccolo clero esce fuori dalla chiesa per la benedizione del « fuoco e dell’acqua santa». Viene acceso un piccolo fuoco all’esterno dal quale verrà acceso a sua volta il « cero pasquale», che rimarrà posto sull’altare maggiore per 40 giorni in attesa di pentecoste, ossia dell’ascensione di Gesù al cielo. È la notte in cui Gesù passa dalla morte alla vita. Entrando in chiesa col cero in mano il sacerdote pronuncia queste parole:

La luce del cristo che risorge glorioso
Disperda le tenebre del cuore e dello spirito!

Percorrendo la navata centrale, viene ripetuto melodicamente:

Lumen Cristi!
(riposta)
Deo Gratias

E man mano che si avanza, vengono accese le candele dei fedeli, sempre da un lume prelevato dal Fuoco Santo.

Si giunge sull’Altare e si sistema il cero pasquale.

Ecco che è mezzanotte, la campana interna alla chiesa annuncia la Resurrezione, tutto si illumina, una tenda che celava la statua di Cristo risorto in alto all’altare viene calata e si canta gioiosamente il «Gloria a Dio», mentre le campane suonano a festa.

E’ cosi arrivata la Domenica di Pasqua!

Fine celebrazioni settimana santa.

CANTI PASQUALI DIALETTO

Voce sola, Matilde

«Vennari di Marzu dolorosu»

Lu vennari di marzu dolorusu
Nostru signuri alla cruci fu misu
Cu dui chiova alli mani e natru iusu
L’ossa sui apierti e lu custatu affisu
Di vennari ti amerò patri amorosu
Curuna tua di spini ncruci è misu
Vurria mu sacciu cu purtau la cruci
Si furu sti spalluzzi dielicati
O puramenti e si furu di nuci
Ca cristu ia cadiendu pi li strati
Spunta la lancia e la cavalleria
Appriessu li 3 chiova preparati
Arriedi spunta l’afflitta di Maria
Ciangiendu e lacrimando pi li strati.
«Oh Mamma Mamma non vi chi dicia
Catarini Di nuovo a la colonna mi vo dari
Di nuovu ncruci mi vola mintiri»
«Fijiu vistitu di re e di cavalieri
Vatindi a li sue puorti a spassiari»
Ida si misa alli braccunatieri
«O cavalieri mio vuliti entrari?»
Lu cavalieri subitu chi entrau
Vitta la seggia vagnata di sangu!
«O cavalieri mio siti ferito o puramenti vui friscu tagghiatu
Non su ne ferito né taghiatu ca chistu sangu lu spargiu pi tia»
«O cavalieri mio siti feritu! Imu allu liettu a ripusari»
Ntra la camera di liettu chi trasiu
Vitta lu crucifissu e si ammindiu
E tantu chi si ammindiu di vieru cuori
La cumpissau e comunicau nostru signuri
Quando chida arma di lu piettu nisciu
33 uri lu mpiernu trimau!
Amen Gesù!

Il canto non è di facile comprensione per chi la ascolta la prima volta, perche non si capisce subito la storia che vuole raccontarci. Infatti ho chiesto spiegazioni a Matilde, che molto gentilmente me l’ha parafrasata e commentata.

Nel venerdi di marzo doloroso
Nostro signore fu appeso alla croce
Con due chiodi in alto alle mani
E uno in basso («iusu») ai piedi
Le ossa sono bucate e il costato offeso ( ferito)
Di venerdi ti adorerò padre amoroso
Afflitto da una corona di spine
Vorrei sapere chi ha portato il peso della croce
Se quelle spalle piccoline
O se sono state forti come il legno di noce
Spuntarono le lance e i soldati
Che portavano con loro preparati i 3 chiodi
E dietro spuntò la vergine Maria
Piangendo e disperandosi per la strada.
Mamma non vedi che Caterina
Ancora mi vuole mettere in croce?
La madre rispose vestiti come un re
E vai a passeggiare sotto la sua porta
Lei si affacciò al balcone
E chiede « o mio cavaliere volete entrare?»
Il cavaliere subitò entrò e si sedette
Ma macchiò la sedia di sangue
«Oh cavaliere mio siete ferito?»
«non sono né ferito né tagliato questo sangue l’ho versato per te»
«o cavaliere mio andiamo a letto a riposaare»
Appena entrò nella camera
Lei vide il crocefisso e si rese conto e si pentì
Si pentì cosi di vero cuore
Che nostro signore la confesso e la redente.
Quando quella lancia ( peccato) uscì dal petto
L’inferno tremò per 33 ore.
Amen Gesù

In realtà le storie narrate sono due.

La prima è quella di Gesù in croce il venerdì di Marzo e la Madonna che lo vede e piange per le strade.

La seconda invece è quella di S.Caterina! E’ lei la donna del racconto. Era una adultera. E’ come se Gesù stesse chiedendo alla madre « Guarda cosa mi sta facendo! Col suo comportamento mi sta mettendo in croce» Allora Maria, benevolente, risponde al figlio di mostrarsi come un cavaliere alla donna e di raggiungerla, ma tutto questo per trarla in salvo dal peccato ovviamente. Gesù ( il cavaliere) si presenta sotto la porta di Caterina, lei affacciata dal balcone lo vede e lo fa entrare in casa. Appena sedutosi però, il cavaliere macchia la sedia di sangue ( era il sangue che Gesù aveva versato quando il suo costato era stato trafitto dalla lancia). Caterina lo vede sanguinante, chiede spiegazioni e le viene risposto « questo sangue l’ho versato per te». Ancora lei non ha capito che la persona che ha di fronte non è un uomo ma è il Redentore e gli chiede di salire in camera da letto. Una volta saliti, il cavaliere sparisce e lei vede il crocefisso al muro! E’ qui che lei comprende, si pente ( «Ammindiu»), talmente tanto che lo stesso Gesù la confessa e la libera da ogni peccato. Proprio in quel momento, che rappresenta la guarigione di quella ferita al costato provocato dalla lancia ( che è allontanata a questo punto, che rappresenta il male, il peccato), l’inferno tremò per 33 ore! Ossia il diavolo ,che vuole far peccare quanta più gente possibile, è sconfitto! Perché ha perso una sua « anima» e scatena la sua ira! ( ecco perché l’inferno trema).

E’ un canto che serve a farci comprendere che siamo tutti peccatori e che Gesù versò il suo sangue per la nostra Redenzione.

«Dio ti Salvi oh Regina»

Dio ti salvi oh regina!
Siete madre addolorata
Via si arricumandata sta anima mia! (x2)
E na grazia io vuria di chistu cuori ingratu
Fieru ti è trapassatu cu la vostra santa spata (x2)
E sta vita mia è passata tra tanti gran piccata
Pi grazia nui prigamu a lu vostru dolci figlio (x2)
E dunatimi consiglio finu all’ultima agonia
E come madre mia non mi lasciate ( x2)
Quando in cielu la parma purtati
E del mondo è si gloriosa
Oh madre mia amorosa
Oh eternamente
De poi unitamente vi lascio quanto arriva
Evviva e sempre Evviva
Maria Addolorata.
-A te mater dolorosa, iettami cruci lagrimosa
Da cui pende il figlio.
La tacita gemente, una spada acutamente
Trapassava l’anima-
Dio ti salvi Oh mia Regina
Siete una madre addolorata
Via sia raccomandata questa anima mia (x2)
Io vorrei una grazia da questo cuore ingrato
Fiero di essere trapassato da una vostra spada santa
Questa vita mia è passata tra tanti peccati
Noi preghiamo di riceve grazie dal vostro amato figlio
Datemi consiglio fino all’ultimo giorno di agonia
E da madre non mi lasciate sola
Quando in cielo porterete una palma
Siete nel mondo cosi gloriosa
Oh madre mia amorosa
eternamente
Quindi vi raccomando quanto arriva
Evviva e sempre Evviva
Maria Addolorata.
A te madre dolorsa, dammi una croce lagrimosa
Tu che sei una tacita gemente mentre una spada
Acutamente ti trapassava l’anima.

Quello che segue non è un canto, ma una sorta di filastrocca in versi, in dialetto, che ci narra la storia di Gesù quando viene presentato a Ponzio Pilato.

«Fai la condanna tu si vue mu la fai
Ca t’accusamu a Cesari Agostinu e ti facimu perdere lu pani.»
Vucali d’acqua si ficia viniri e si comincia li mani pi lavari
E alla turba l’apparu in putiri, pigghiativillu chi vuliti fari!
Quando alla turba l’apparu in putiri, di nuovu ca lu vonnu flagellari
Pue ci attaccaru na corda all’ammienzu e pi la città lu trascinaru
Pue hannu puostu la curuna ncapu e tutti li sue capidi ci scipparu
Pue ci aiutaru la pisanti cruci e lu mbiaru allu munti calvariu
Ma quando fu alla mità scanzata catta nterra cu tutta la cruci
La faccia e li dinocchia si scurciau picchì era truoppu pisanti la cruci.
Pue ci aiutaru la pisanti cruci e lu mbiaru allu munti calvariu.
E quando fu allu munti calvariu, dà lu nchiuvaru ammienzu dui latri.
E chi era la gran pena e doglia mia ca dà si truvava la matri Maria.
Cu la dicia tri vuoti alla dia, vacia in paradisu cu matri Maria.
Cu la dicia di vennari a dijunu, ava 15 anni di pirdunu.
Cu la dicia e cu la vo sintiri, pieni di mpiernu non po’ patiri.

La folla a Ponzio pilato

«Falla la condanna se la vuoi fare!
Se no noi ti denunciamo a Cesare e ti facciamo perdere il pane!»
Fece arrivare un boccale di acqua e iniziò a lavari le mani.
Il potere era in mano alla folle e disse (Pilato)»prendete volo!cosa volete fare!»
La folla decise di flagellarlo, gli attaccarono una corda in vita
E lo trascinarono per la città.
Poi gli posero una corona in capo e gli strapparono i capelli
Poi gli diedero la pesante croce e lo indirizzarono al Calvario
Ma quando arrivò a metà strada cadde a terra per la pesante croce e si ferì ginocchia e volto.
Quando arrivò al monte calvario lo crocifissero tra due ladri
E la mia grande pena e dolore era che lì era presente la madre Maria.
Chi ripete questa preghiera tre volte al giorno, va in paradiso con la Madonna.
Chi ripete questa preghiera il venerdi a digiuno, ha 15 anni di perdono.
Chi ripete questa preghiera e chi la vuole ascoltare, pene di inferno non può patire.



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La Settimana Santa a Serra San Bruno. (Vibo Valentia)

PRIMERANO, Bruna Maria Antonia

Publicado en el año 2018 en la Revista de Folklore número 434.

Revista de Folklore

Fundación Joaquín Díaz